La migrazione spiegata ai ragazzi

Nel mese di maggio, in diverse strutture della città di Roma, tra cui scuole, palestre e teatri, ha preso forma il progetto Un pianeta migrante: un percorso interattivo realizzato all’interno del progetto europeo “SAME World” ideato e proposto dalla Onlus Cies – Centro Educazione e Informazione allo Sviluppo.

Possiamo vedere un report dell’esperienza fatto da Sky Tg24

Il progetto è basato sull’idea di passare attraverso il gioco e la finzione per educare i ragazzi non solo nel senso più formale, ovvero informandoli sul tema, ma coinvolgendoli direttamente e attivamente, facendo assumere loro il punto di vista di chi ha veramente vissuto queste esperienze, stimolando l’empatia. Ai ragazzi vengono poi anche fornite informazioni sulle cause della migrazione e viene data loro la possibilità di confrontarsi ed esprimersi sul tema insieme a coetanei, insegnanti ed educatori.

L’obiettivo è quello di portare nelle classi un tema tanto importante oggigiorno, ovvero la migrazione: un alunno su 10, nelle scuole italiane, è figlio di genitori che hanno dovuto migrare dal loro paese nativo. Questo gioco di ruolo, una sorta di percorso teatrale interattivo, ha permesso ai ragazzi di conoscere il percorso dei migranti e di provare in piccolo, sulla loro pelle, questa stravolgente esperienza.

Risulta molto importante dedicare uno spazio nella formazione scolastica dei ragazzi a temi sociali e culturali che caratterizzano il mondo in cui viviamo. Aiutare le persone a entrare in contatto con realtà diverse dalla propria vuol dire aiutarle a eliminare, o quanto meno ridurre, stereotipi e pregiudizi, radicati culturalmente e socialmente, favorendo la possibilità di integrare le esperienze di persone anche molto diverse tra loro e promuovendo la comunicazione all’interno di relazioni e scambi paritari non basati sul giudizio e la svalutazione dell’altro.

Come dicono anche i ragazzi intervistati dal programma d’informazione di Sky è vero che conoscere direttamente e personalmente vuol dire rendersi conto veramente della situazione e della sofferenza che gli altri provano, e cambiare il proprio punto di vista.

Leggi la descrizione del progetto pubblicata sul sito della Onlus

Photo credit: Mike Knell via Foter.com / CC BY-SA

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