Le scansioni cerebrali rivelano un collegamento fisico fra povertà e depressione

Un recente articolo, pubblicato su Science Alert, illustra i risultati di una ricerca che dimostra come nascere in una famiglia povera non solo possa rendere difficile i primi anni di vita, ma possa addirittura arrivare a cambiare la connettività cervello di un bambino, mettendolo a maggior rischio di depressione. L’interessante contributo di Fiona Macdonald spiega come la ricerca, sviluppata della Washington University di St Louis, abbia scoperto che le strutture fondamentali del cervello si connettono in modo diverso nei bambini poveri rispetto a bambini da una famiglia benestante. E le strutture cerebrali influenzano le modalità di apprendimento dei bambini e regolano i loro livelli di stress e le emozioni.

Altre nostre ricerche hanno dimostrato che l’anatomia del cervello può avere un aspetto diverso a bambini poveri, con le dimensioni del ippocampo e l’amigdala frequentemente alterata nei bambini cresciuti in povertà” ha detto il ricercatore Deanna Barch. “In questo studio, abbiamo scoperto che il modo in cui quelle strutture si collegano con il resto dei cambiamenti del cervello in modi che considereremmo essere meno utile nel regolare le emozioni e lo stress“.
Lo studio ha anche scoperto che i bambini che sono stati poveri in età prescolare hanno maggiori probabilità di essere depressi a 9 anni o 10 rispetto ai loro coetanei più ricchi.

Non è chiaro il motivo del collegamento fra povertà ed alterazione delle strutture cerebrali, ma i ricercatori ipotizzano possa esser dovuto sia a fattori ambientali, come stress, cattiva alimentazione, esposizione al fumo di sigaretta e altre tossine, e le limitate opportunità educative.

Tuttavia, questo non significa che non ci sia nulla da fare in merito: un studio statunitense del 2015 ha mostrato l’incredibile effetto che un piccolo reddito extra può avere sui bambini poveri.

Leggi l’articolo completo, in inglese, sul sito di Science Alert

La ricerca è stata pubblicata su The American Journal of Psychiatry

Science Alert
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