Mindfulness e disturbi dell’umore

La Meditazione di Mindfulness sembra giocare un ruolo importante nel trattamento dei disturbi dell’umore.

Il Dr. Norman Farb, neuroscienziato dell’Università di Toronto, spiega che quando le persone prestano attenzione al momento presente, durante l’esperienza della pratica di mindfulness per esempio, utilizzano un pattern neurale diverso rispetto a quando sono coinvolti in un’esperienza narrativa di sé, che riguarda il passato o il futuro (Social Cognitive and Affective Neuroscience, 2007).

La pratica di Mindfulness modifica il cervello, consentendo alle persone di accedere a questi percorsi neurali riguardanti il momento presente”. Afferma il Dr. Zindel Segal, professore dell’Università di Toronto. “Questo è fondamentale nel lavoro terapeutico che riguardi stati umorali negativi”.

La Terapia Cognitiva basata sulla Mindfulness incoraggia i pazienti con disturbi dell’umore a prestare attenzione alle sensazioni e ai sentimenti più che a pensieri valutativi e di autocritica, questo rafforza i pattern neurali coinvolti nell’esperienza diretta e presente di sé.

I ricercatori stanno studiando come l’abilità di vivere il momento presente potrebbe persistere anche dopo le sessioni di pratica di Mindfulness. Ad esempio in uno studio condotto dal Dr. Veronique Taylor dell’Università di Montreal, è emersa una differenza sostanziale nell’attivazione neurale di meditatori e non meditatori, anche durante il sonno (Social Cognitive and Affective Neuroscience, 2013).

Le pratiche di meditazione potrebbero inoltre modificare la densità dei tessuti di alcune regioni celebrali. Uno studio condotto dalla Dott.ssa Sara Lazar, dell’Università di Harvard, ha rilevato, nei soggetti coinvolti nel programma di riduzione dello stress basato sulla meditazione, una maggiore densità della materia grigia in tre aree: amigdala e ippocampo – coinvolti nella regolazione delle emozioni – e corteccia cingolata posteriore – correlata ai processi di attenzione sostenuta – (Psychiatry Research: Neuroimaging, 2011).

Questi cambiamenti neurali correlati alle pratiche di mindfulness sembrano seguire le regole base dei processi di neuroplasticità del cervello: “Se pratichi qualcosa di nuovo avrai un’intensificazione della connettività delle strutture neuronali, e questo può significare un aumento nel numero delle sinapsi o comunque un cambiamento che promuove la funzionalità neurale nel suo insieme” (Lazar).

La Dott.ssa Lazar pone l’accento sul fatto che questi cambiamenti sono contingenti e il loro mantenimento richiede una pratica continua: “La meditazione è uno stile di vita“.

Leggi l’articolo completo, in inglese, sul sito dell’America Psychiatric Association – APA

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