Caro dottor Vaccaro, mi sono permesso di scriverle perché passo più tempo della mia vita a logorarmi il fegato e lo stomaco piuttosto che cercare di valorizzare le cose di cui la vita è fatta. Mi chiamo Andrea, ho 33 anni e vivo ancora con i miei. Però con tanti sacrifici e notti in bianco sono riuscito a laurearmi. Questo secondo me è stata una cosa che mi ha dato molta forza, gioia e più sicurezza in me stesso. Naturalmente la fortuna è cieca e la gioia dura poco, sono in trattamento psichiatrico da sette anni e psicoterapico da due anni, con la quale ho aperto molti cassetti della mia vita che mai nessuno è riuscito ad aprire sia belli che brutti. Purtroppo, diventando grande, sono sorti anche problemi di tipo internistico come morbo di Gilbert, ipotiroidismo, aritmiasono sorti anche problemi, extrasistolia sovra ventricolare supportata dai farmaci del caso, anemia mediterranea, eccetera, eccetera. Se avrò l’occasione le racconterò anche le altre. Pur prendendo una notevole terapia psichiatrica mi capita ogni tanto di avere attacchi d’ansia e paure immotivate; ho un regolare stile di vita, ho pochi amici ma tanti conoscenti. Mi relaziono bene con qualunque persona mi trovi davanti. Non passo quasi mai delle serate in casa, ma a volte mi capita, soprattutto in questo periodo, di stare più che posso a letto al buio completo. Dove piango molto e mi autoaccuso di non svolgere bene la mia vita. Non ricorro spesso alle terapie al bisogno, ma utilizzo la tecnica del respiro autogeno che mi è stata insegnata dalla mia psichiatra. [..] Distinti saluti e per ora grazie.
Andrea
Caro Andrea cercherò di esserle d’aiuto per quanto mi è possibile in poche righe. Mi permetta però di ricordarle che l’informazione più importante per un medico è la diagnosi e, in tutto il suo racconto non compare. Dalla diagnosi discende la terapia e quindi la prognosi. Probabilmente si tratta di una forma di depressione. La presenza di farmaci neurolettici (Talofen e Seroquel) però potrebbe indicare anche la presenza di sintomi psicotici o l’alternanza della mania alla depressione. In ogni caso il cocktail farmacologico, contenente un antidepressivo a dosaggio pieno, due antipsicotici e due ansiolitici indica una non chiara strategia terapeutica. Personalmente non amo i cocktail con più psicofarmaci perché non si capisce bene cosa funzioni e cosa non. La loro interazione poi determina tutta una serie di interrogativi ai quali non sempre è possibile dare una risposta chiara, a maggior ragione quando come nel suo caso sono presenti aritmie cardiache, ipotiroidismo, anemia mediterranea ecc. Accenna a 2 anni di psicoterapia, ma non è noto l’indirizzo terapeutico. Tra le psicoterapie ci sono alcune decisamente più efficaci nel gestire l’ansia patologica (vedi anche le mie recenti pubblicazioni su Vero e su Vero Salute) e la stessa depressione. Non è chiaro quale orientamento segue la psicoterapia da lei effettuata fino ad ora. Non è chiaro nemmeno se il “respiro autogeno” che lei cita come tecnica insegnatale è uno degli esercizi di base del Training Autogeno. In tal caso la tecnica è valida e va praticata insieme agli altri esercizi ossia pesantezza, calore, battito cardiaco, plesso solare e fronte fresca oppure imparare a entrare in uno stato di trance auto ipnotica. Se tutto questo non funziona occorre ripensare la strategia d’intervento, consapevoli che se fino ad ora non si è ancora trovato una soluzione soddisfacente, questo non vuol dire affatto che non ci sia. Solo da una buona collaborazione tra paziente e medico nasce una solida alleanza terapeutica e, in quel caso, si ha una maggiore probabilità di risolvere anche problemi di natura psichiatrica gravi. Se ha bisogno di ulteriori approfondimenti non esiti a contattarmi ancora.