L’effetto Pigmalione

Diversi anni fa, il ricercatore Rosenthal aveva osservato che il giudizio degli insegnanti sugli allievi e sulle loro capacità influenzava, seppur in maniera involontaria, il rendimento e le abilità degli stessi. Lo studioso sottopose gli alunni a un test di intelligenza e, in maniera casuale, senza realmente considerare l’esito del test, indicò agli insegnanti il gruppetto di ragazzi “più intelligenti e capaci” degli altri dai quali i docenti avrebbero potuto aspettarsi una crescita intellettiva superiore, rispetto agli altri.

A distanza di un anno, la falsa previsione si avverò e gli studenti segnalati dallo studioso mostrarono una maggiore padronanza della tecnica della lettura, un rendimento migliore in tutti i campi e persino un punteggio superiore al test di intelligenza, rispetto ai loro compagni.

L’esperimento di Rosenthal testimoniò dunque quanto le aspettative, la fiducia e il giudizio degli insegnanti nei confronti degli allievi fossero stati determinanti per il loro sviluppo intellettivo e avessero avuto un “effetto Pigmalione”.

Ma cos’è l’effetto Pigmalione?  È una previsione che si auto avvera. Secondo il mito greco, lo scultore Pigmalione aveva creato una statua di donna bellissima, di cui si era innamorato, in quanto rispecchiava perfettamente il suo ideale. Egli aveva chiesto ad Afrodite di renderla viva, di trasformarla in essere umano. Come la statua di donna aveva preso vita grazie al desiderio del suo scultore, così, se gli insegnanti crederanno nelle capacità di un bambino, questi inizierà, col tempo, a credere negli insegnanti e nelle sue capacità, migliorando le sue prestazioni e soddisfacendo le aspettative dei docenti.

Questo effetto può comunque essere letto anche in chiave negativa: un insegnante che non crede nelle capacità di un allievo, involontariamente non lo stimola al cambiamento e questo suo atteggiamento porterà il ragazzo a non avere fiducia in sé stesso e a sentirsi poco efficace e abile.

“L’effetto Pigmalione” è dunque strettamente legato al concetto di autoefficacia.

L’autoefficacia di un individuo scaturisce infatti anche dai rinforzi e dal supporto ottenuti dagli altri. Chi percepisce appoggio, supporto, fiducia nelle proprie capacità da parte di chi gli è vicino (un insegnante, un genitore, un amico) si sentirà più abile e capace di affrontare le difficoltà, sarà in grado di raggiungere degli obiettivi e di poter avere successo.

Ogni individuo ha tante risorse da poter sviluppare per cui sarebbe utile, in tutti i contesti (lavorativi, scolastici, domestici) sfruttare il potere esercitato dalla “fiducia”  sullo sviluppo delle capacità individuali.

Compito essenziale delle figure educative dovrebbe dunque essere quello di aiutare i ragazzi a credere nelle loro capacità e risorse, al fine di renderli non solo uomini abili e capaci, ma anche individui più sicuri e sereni.

“Non siamo ciò che diciamo, siamo il credito che ci danno” Saramago.

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Photo credit: Aka Hige via Foter.com / CC BY-SA

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