Dopo gli eventi terroristici accaduti a Parigi e a Bruxelles diversi specialisti sono stati interpellati per rispondere ad alcune domande sorte alle vittime degli attacchi o più in generale alle persone che hanno avuto a che fare con questi eventi, anche se indirettamente e da lontano.
Nello specifico molti quesiti sono stati posti da genitori in difficoltà rispetto alla possibilità/necessità di comunicare con i loro figli su questi temi: Cosa dico ai miei figli? Come faccio a spiegare loro qualcosa che suona anche a me come insensato? Cosa posso rispondere se mi chiedono qualcosa, qualche spiegazione?
Probabilmente, a prescindere dagli attentati terroristici più recenti, queste domande possono essere spunti interessanti e condivisibili in generale rispetto alle difficoltà che un genitore può incontrare nel comunicare a un figlio un evento tanto importante e terribile.
“Quando siamo noi stessi bombardati da immagini di brutalità, spietata violenza e odio, la domanda su come proteggere i nostri figli e quanto coinvolgerli è davvero difficile” dichiara la Dott.ssa Claudia Gold, pediatra specializzata in psicologia infantile; “Immediatamente arriviamo alla domanda: ‘Cosa gli dico?‘.”
Considerando che difficilmente su questo tema si può generalizzare e considerando che ogni bambino risponderà in maniera differente a una notizia catastrofica, un elemento centrale risulta essere innanzitutto l’età dei bambini.
Bambini al di sotto dei 5 anni non dovrebbero, per quanto possibile, essere esposti a nessuna trasmissione mediatica e non necessitano di essere informati in questo senso: “Mantenere la routine è il modo migliore per rassicurare il bambino rispetto alla sicurezza del mondo a lui vicino” afferma la Dott.ssa Tricia Ferrara.
La rassicurazione è una delle cose più importanti per un bambino, quando, dopo un evento catastrofico, teme che possa accadere a lui o a un parente vicino: “Può essere anche d’aiuto riconoscere la propria paura rispetto alla capacità di proteggere noi stessi e i nostri figli”, afferma la Dott.ssa Gold. Potrebbe sembrare contro intuitivo ma riconoscere le proprie difficoltà e incertezze aiuta i genitori a sintonizzarsi con i propri figli e questo porta a un maggior senso di sicurezza e protezione.
Leggi l’articolo completo, in inglese, pubblicato sul sito della CNN