Attenzione all’attenzione!

Multitasking, una parola che ormai conosciamo tutti, svolgere più funzioni contemporaneamente, si parla di computer che possono avviare diversi programmi in contemporanea, ma si parla sempre più di noi essere umani che facciamo tante cose in uno stesso momento, anche grazie alla tecnologia sempre più efficiente e veloce. E la nostra attenzione? Potremmo perdere dei pezzi! Come spiega Matthew Crawford, nel suo libro “The world beyond your head”, c’è un mondo al di là della nostra testa che attira costantemente la nostra attenzione, senza che ce ne accorgiamo.

Uno studio pubblicato sulla rivista Computers in Human Behavior ci parla dell’effetto del blogging sulla nostra attenzione e sulla nostra capacità di comprensione. In particolare gli autori fanno riferimento al micro-blogging che consiste nel postare frequentemente messaggi e contenuti molto piccoli, come i commenti ai post di amici e followers, e nel ricevere risposte o feedback in tempi brevissimi.

Nello studio sono stati presi in considerazione Twitter e Weibo, l’equivalente utilizzato in cina, due social media fortemente caratterizzati da questo fenomeno di micro-blogging, a questo proposito gli autori parlano di frammentazione delle informazioni nella comunicazione – Fragmentation in information communication – FIC.

Dai risultati emerge che la comprensione delle informazioni lette on-line dei partecipanti è negativamente influenzata dalla navigazione sul social media e dal micro-blogging, in modo particolare dalla funzione feedback che i messaggi comprendono: ri-postare, condividere il contenuto o passare oltre? Condividere su social media o anche solo pensare di farlo influenza la nostra capacità di comprensione e memorizzazione: quando l’attenzione è focalizzata su cosa fare rispetto a un contenuto ha meno risorse per concentrarsi su quello che effettivamente è il contenuto, in poche parole si distrae.

Sembra che lettura e blogging siano due attività incompatibili per la nostra attenzione, meglio leggere i contenuti che ci interessano quando siamo off-line e poi in un secondo momento condividerli con i nostri amici o follower.

Leggi l’articolo completo, in inglese, pubblicato su Computers in Human Behavior.

 

Photo credit: rishibando via Source / CC BY-NC

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