Camminando tracciamo la nostra linea del tempo

Dallo studio “Walking on a Mental Time Line: Temporal processing affects step movements along the sagittal space”, condotto da Luca Rinaldi e Luisa Girelli del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Milano-Bicocca, in collaborazione con la McGill University in Canada, emerge che l’azione del camminare è assimilabile a uno spostamento sulla linea del tempo dove quello che ci lasciamo alle spalle è passato, e quello che vediamo davanti a noi, dove stiamo andando, è il futuro. A questo lavoro di ricerca la rivista Cortex ha dedica la copertina dell’ultimo numero appena uscito.

Gli studiosi hanno riscontrato come l’esperienza senso-motoria del camminare porta a una rappresentazione mentale del tempo in base alle coordinate dello spazio intorno al nostro corpo, hanno, infatti, studiato la rappresentazione di concetti temporali come passato e futuro, analizzando il movimento nello spazio.

Nello studio sono stati coinvolti 19 soggetti a cui è stato chiesto di distinguere una serie di parole legate alla dimensione temporale futura (ad es.: domani o dopo) e alla dimensione passata (ad es., ieri o prima) facendo un passo in avanti o in dietro; durante l’esperimento i soggetti erano bendati in modo da non fornire nessun input visivo di disturbo.

I dati sul movimento dei soggetti sono stati misurati attraverso un sistema optoelettronico composto di telecamere ad alta definizione. Dai risultati emerge con chiarezza che tutti i partecipanti erano più veloci nel classificare le parole se il movimento della gamba era collegato alla rappresentazione della linea temporale: hanno impiegato 229 millisecondi in meno a rispondere alle parole in riferimento al passato se dovevano fare il passo indietro e 183 millisecondi in meno nel caso delle parole riferite al futuro se rispondevano con un passo in avanti.

«Questo studio – spiegano Luca Rinaldi e Luisa Girelli – dimostra che il nostro cervello rappresenta il tempo lungo l’asse sagittale dello spazio peripersonale, in cui il nostro corpo viene considerato il centro della linea del tempo. Inoltre, lo studio suggerisce che la rappresentazione di un concetto astratto, come quello del tempo, derivi da esperienze sensori-motorie, quali quella del cammino. Quando camminiamo, infatti, lasciamo fisicamente il passato alle nostre spalle e avanziamo verso il futuro: in questo senso, anche il nostro parlare del tempo in termini spaziali potrebbe avere origine da questa esperienza corporea».

Leggi l’articolo completo, in inglese, pubblicato su Cortex

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here