Gentilissimo dottor Vaccaro, la seguo sempre su Vero Salute e per la prima volta ho deciso di scriverle per chiederle un consiglio sulla situazione drammatica di una mia cara amica. E’ una donna di 65 anni e da anni è affetta dal disturbo bipolare. So che è stata in cura da diversi psichiatri senza grandi risultati perché da un anno soffre anche di un tipo di incontinenza urinaria e delle feci e la fa sempre addosso senza avere mai l’intenzione di andare al bagno. Lei dice che non sente lo stimolo. Qualche famigliare dice che lo fa apposta: è possibile? C’è un legame tra il disturbo bipolare o ha una causa diversa? Due anni fa ha avuto un T.I.A. e ha il diabete. Da quattro mesi da quanto la frequento per dare una mano in casa, le posso dire che ogni 3 mesi va da uno psichiatra e deve fare la terapia: mattino Carbolithium da 300 mg e la sera Olanzapina Teva 10 mg e Metfonorm, 850 mg. Un altro problema è che la mattina fa finta di prendere le medicine e le butta via. Dice che non le piace il dottore perché non parla con lei e in più non ha fiducia nella cura. I suoi parenti dicono che dovrei obbligarla a prendere le medicine con la forza, ma non riesco, per me non è umano. Qual è la via da prendere? Le posso dire che per le sue condizioni sta soltanto in casa e mangia tutto il giorno. In attesa di una sua gentile risposta, la ringrazio.
Maria, Montecatini Termeza
Gentile Maria, per quanto riguarda il disturbo bipolare ho avuto più volte modo di dire su questa rubrica che è curabile e in un certo numero di casi guaribile. Bisognerebbe spiegare meglio il concetto di guarigione, ma ciò ci porterebbe lontano e in parte esula dalla sua domanda. A parte le altre malattie, definiamole per comodità fisiche (ma comunque con ricadute psichiche), la sua amica finché si cura in questo modo non solo non potrà mai guarire, ma nemmeno avere sensibili miglioramenti, pur possibili. Lei dice che è andata da diversi psichiatri senza grandi risultati; a me sembra che la frequenza di una volta ogni tre mesi sia ben lontana da quella che necessita una persona che soffre di disturbo bipolare ed è scompensata (la frequenza corretta in questo caso, a mio parere, non dovrebbe essere diversa da una visita ogni 3-4 settimane). La sua amica, oltre ai suoi disordini alimentari, non sembra per nulla compliante (termine inglese che indica l’adesione attiva alle cure proposte). Come può quindi giovarsi del beneficio delle sue terapie se non le assume? È come se una persona non prendesse un antipiretico e si meravigliasse che non le passa la febbre. Trascurando le ragioni perché se ne occupa lei della sua amica e non i suoi familiari, le faccio presente che se lei fa la bonacciona permissiva farà più male che bene alla sua amica. Non sono infine d’accordo nel definire non umano portare la sua amica ad assumere la terapia prescritta, casomai è chi fa in modo, in tutti i modi leciti ivi compreso il trattamento sanitario obbligatorio, che una persona malata si curi che umanamente dà un ottimo esempio. Da ciò si evince quale comportamento bisogna tenere in questi casi. Un saluto cordiale.
Da oggi non prendo più le medicine perché spero di tornare in fase maniacale dove tutto è possibile dove le mie spiegazioni sono facilmente realizzabili dove mi sento Dio e sono Dio. Tutto è possibile io mi sento più forte e nessuno mi può toccare. Da Domani prometto non le prendo più. E se mi vogliono internare mi rifiuterò categoricamente di assumerle. Non possono aprire la bocca forza sarebbe un sopruso verso la mia persona e potrei sempre chiamare il mio avvocato è denunciarli. Nessuno può capire cosa significa avere il disturbo bipolare a meno che tu ce l’abbia. È una sfiga mostruosa che non sarebbe giusto che lo avesse nessuno… da Domani tornerò in fase maniacale e allora li potrò scappare via da questa malattia di merca.
Se vuole rovinarsi con le sue mani, questa è la strada giusta, altrimenti si affidi con fiducia a un bravo psichiatra e troverà il suo equilibrio psichico, pur essendo bipolare.
Che bello vedere uno che pensa come me. Anche io mi credevo dio nonostante sono un musulmano. È una energia che solo possono capire chi ne sofre.
Ho un fratello che è affetto da bipolarismo,si è. Curato per un paio di anni poi ha abbandonato la cura , da un po’ da segni di ricaduta con manie di persecuzione e sperpero di danaro fra l’altro non suo , con le buone non vuole ritornare a curarsi e si dimostra anche aggressivo . Cosa posso fare ? Posso obbligarlo a curarsi anche contro la sua volontà ?
Ho avuto una relazione con un uomo affetto da bipolarita’ purtroppo sino ad ora non ne ha consapevolezza e le conseguenze nei rapporti interpersonali sono complicate Samo consapevoli che il percorso della guarigione o meglio della stabilita’ del mio amico arriverà solo se accetterà’ la sua condizione con terapia e psicoterapia ma ciò che non riesco a comprendere è come è possibile che questa malattia cambi, nella fase maniacale, il paziente nei modi ma soprattutto nel contenuto delle sue idee.mi chiedo quanto incida la personalità nelle manifestazioni seppure eccessive nella fase di esaltazione. .
Ho 50 anni e ricordo di essere stato sempre bipolare, ricordo le mie fasi depressive.
Sono 30 anni che mi curo e sono contento così. Soffro di disturbo bipolare tipo 1 e non è possibile stare senza farmaci, sarebbe una follia. Quindi consiglio a tutti i bipolari che con i farmaci giusti si sta bene e si può avere una vita normale, cosa che qualche decennio fa non si poteva. Un abbraccio a tutti i bipolari.
Se un paziente non assume una sola terapia non succede proprio nulla, in linea di massima, se invece assume irregolarmente la terapia o non l’assume del tutto peggiora in modo esponenziale il suo disturbo, con tanti ricoveri, scompensi clinici acuti e instabilità morale.
perché pur prendendo regolarmente la dose più alta di.litio quest’ultimo resta basso,quindi inefficace?