Ho bisogno di un parere psicologico, perché sono molto infelice e depressa. Ho avuto un solo figlio a cui ho donato tutto il mio amore e le mie cure. Avevo un buon impiego e l’ho lasciato per stare vicino al mio bambino, poiché non avevo più mia madre (deceduta quando avevo vent’anni), né la suocera che poteva accudirlo e non sopportavo di metterlo al nido. Mi sono sempre ritenuta una buona madre, l’ho curato perché soffriva d’asma, l’ho aiutato a studiare, gli ho dato comprensione e appoggio nell’adolescenza e quando suo padre mi ha lasciato per un’altra, ho mantenuto buoni rapporti per non far soffrire il ragazzo che era molto attaccato a lui. Poi mio figlio ha conosciuto una ragazza, se n’è innamorato e non l’ha più lasciata. Infatti si sono sposati presto e dopo 7 anni è nato un maschietto bellissimo che mi hanno affidato, visto che lavoravano tutti e due. L’ho accudito fino al sesto anno, sempre con amore e gioia, come se fosse un secondo figlio. Mia nuora, nonostante ciò, è sempre stata distante da me, fredda e mi trattava più come una baby sitter che come madre di suo marito. Quando il bambino cominciò la scuola, io andavo a prenderlo alle 16,30 poi me ne andavo a casa anche perché, nel frattempo, avevo conosciuto un altro uomo, buono e gentile, che poi è venuto a vivere da me. Passano di nuovo 7 anni e io avevo riempito la casa di un gatto e due canarini ma poi, inaspettatamente, mia nuora è rimasta di nuovo incinta. Nacque un altro bambino che, come il primo, mi venne affidato. Io ero pazza di gioia (questo bambino era biondo, grasso, bello e affettuoso). Ho sempre sofferto di depressione ansiosa, ma con quel nipote dimenticai i miei disturbi, le mie ansie, persino il mio compagno, che pure mi aiutava col bambino. Mio figlio era felice, ma di me si occupava poco: mai una telefonata, mai una parola affettuosa, un grazie. Era diventato come la moglie e non ho mai capito perché. Io a mia nuora voglio bene, avrei voluto che fosse come una figlia, invece mi ha sempre dato del lei e tenuta a distanza. Lei è molto attaccata alla madre e con lei va d’accordo, parlano sempre e vanno a messa insieme, tutti i giorni. Anche la mia consuocera non mi vuole bene ed è fredda, forse perché io non vado in chiesa, ma purtroppo non ho la loro fede. Adesso anche mio figlio (che si è sempre professato ateo), dice di aver trovato la fede in Dio e la domenica va sempre a messa a far la comunione. Ho provato anch’io a seguirli in chiesa la domenica, ma sinceramente non provo gioia nella messa, a parte quella di essere vicino alla mia famiglia. Io poi non posso fare la comunione, perché vivo con un divorziato e questo non mi sembra giusto perché sono una persona buona e onesta e non ho mai fatto del male a nessuno. Ma questo è un altro discorso. Quello che non capisco è perché mio figlio e mia nuora non mi amano. Quando hanno bisogno per i bambini mi chiamano e sono io ad andare a casa loro, perché a casa mia non ci portano neanche i figli (forse perché non è una bella villetta come la loro, ma un piccolo appartamento popolare, però è pulito e lo rendo allegro con tappeti, cuscini colorati, foto dei miei nipoti e piante). Quando sto male, soffro di emicranie croniche e ansia, non mi telefonano neanche. Ho 73 anni e se non avessi il mio compagno sarei sola, perché per curare i ragazzi ho perso le amicizie e non ho potuto crearmi un hobby. Sono io che sbaglio? E se è così, cosa posso fare per avere un po’ d’amore almeno da mio figlio? Grazie per la risposta.
Rita Vigna
Gent.le sig.ra Rita, ha passato tutta la sua vita ad accudire qualcuno, figli, nipoti etc e non ha mai pensato di avere a sua volta il diritto ad essere amata, rispettata e non solamente utilizzata “come una baby sitter”. C’è sicuramente qualcosa che non va in questo rapporto sbilanciato. Si ricordi però che il diritto ad essere amati è cosa ben diversa dal dovere di esserlo. Non credo quindi che automaticamente, solo per il fatto che qualcuno la utilizzi opportunisticamente, le debba amore o sentimenti simili. Trovo strano però che lei non si dedichi più al suo partner e chieda a lui di fare altrettanto, visto che in questo caso vi siete scelti, invece che pretendere di essere amati dai propri familiari o dedicarsi anima e corpo ai nipoti e al figlio che ha ormai un’altra famiglia. Le ricordo inoltre che tra nuora e suocera, da che mondo è mondo, esiste un rapporto in genere conflittuale, raramente sereno. Il fatto che non sappia poi le ragioni di tanta “freddezza” la dice lunga anche sui livelli di comunicazione esistenti tra di voi. Credo che lei debba rivedere il rapporto con suo figlio e progenie, nonché nuora e ramo della sua famiglia d’origine. Che ne dice di applicare pari diritti e pari doveri? Perché non provare a dedicarsi a chi lei ama e da chi è ricambiata, scegliendolo di fare e non solo per puro dovere?
Cari saluti.