Far curare chi non vuole essere curato?

Le scrivo per illustrarle una situazione che mi opprime molto. Mia mamma ha 65 anni, non ha avuto una vita semplice, ha perso il padre in circostanze sconosciute (disperso in mare, era un comandante di navi mercantili) all’età di 18 anni, si è trasferita per amore in una città lontana dai suoi familiari, ha avuto due tumori e da poco le è mancato il marito. Per problemi economici ora vive con la madre, con cui ha un rapporto conflittuale a causa dei loro caratteri differenti, oltre all’età di mia nonna che purtroppo non è semplice da gestire. A mio parere soffre di depressione, ma non si vuole curare, o meglio quando abbiamo provato a spingerla a frequentare delle visite da uno specialista ha rifiutato di prendere qualsiasi tipo di pillole. Questa situazione grava su noi figlie e non sappiamo come poterla aiutare, c’è un modo per farle capire che la terapia per quanto dolorosa potrebbe essere l’unico modo per vivere al meglio la vita? Dovremmo fare un percorso di sedute insieme a lei o dovrebbe andare da sola? La ringrazio e spero in un suo parere.

Paola, Cuneo

Gentile Paola, lei pone un quesito già postomi su questa rubrica varie volte e che riguarda il fatto di far curare qualcuno che non ha alcuna intenzione di farlo. Innanzitutto preciso che le cure hanno un senso e un’efficacia se siamo di fronte a una vera malattia. Mi spiego meglio, qualche anno fa su un importante settimanale italiano hanno provato a dimostrare che gli antidepressivi non servono a nulla. Qualche anno ancora prima la stessa rivista parlava degli antidepressivi come del farmaco della felicità. Né l’uno né l’altro, gli antidepressivi funzionano se c’è una vera depressione, come il paracetamolo abbassa la febbre solo se c’è. Il primo quesito a cui rispondere quindi è se siamo di fronte a una depressione clinica e non semplicemente (si fa per dire) esistenziale. Nel primo caso gli antidepressivi funzionerebbero, nel secondo no. Ovviamente c’è anche la psicoterapia. Le vie per portare sua mamma a curarsi, sempre che sia necessario, sono la persuasione, il convincimento, la manipolazione a fin di bene e per ultima la costrizione. In quest’ultimo caso la legge di riforma psichiatrica ha previsto anche un trattamento sanitario obbligatorio nei casi in cui una persona abbia bisogno di cure, non ne sia consapevole, non possano essere eseguite in regime extraospedaliero e/o la persona sia pericolosa per sé o per altri. Queste a mio parere sono le vie principali da seguire.

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