Ritrovare l’amore dopo un matrimonio finito: figli adolescenti e sensi di colpa

Gentile dottore, sono un lettrice assidua di Vero Salute e ho bisogno del suo consiglio. Ho 47 anni, sposata con un matrimonio finito, due figli di 14 e 18 anni. Dopo anni di solitudine, infelicità e niente sesso stavo sull’orlo della disperazione. Ho cercato di vedermi donna dimagrendo. Non ho incontrato nessuno, ma cerco un amore che mi dia quel brivido. Da anni  chatto su Internet e mettendo qualche foto. Ho trovato molto riscontro maschile,  sono contenta e mi sento ammirata,  anche se un po’ effimero  per una donna. Il punto  è che io voglio concretizzare, ma ecco il colpo di grazia: i figli, i sensi di colpa mostruosi se li lascio.. anche loro  hanno il loro problemi. Che faccio? Mi aiuti. Devo rassegnami a vivere infelice con uomo che non amo o  se trovo un alto uomo vado a vivere con lui in un’altra città? Ma poi i ragazzi soffrono.. Che devo fare? Mi aiuti, grazie di cuore per la risposta.

Rita

Gentile lettrice, il quesito che lei pone è molto interessante ed emblematico di tanti casi simili o assimilabili. Mi permetta però un appunto: finché si pone le domande in modo dicotomico difficilmente troverà una buona soluzione ai suoi problemi. La dicotomia consiste nel pretendere di scindere la realtà in giusto o sbagliato, bianco o nero, si o no. Nel suo caso i figli e un uomo che non ama e la rende infelice oppure un uomo con cui costruire un bel rapporto e perdere i figli. Per chiarezza le vorrei dire innanzitutto che dai figli non ci si divorzia, mentre dal proprio partner si. Ciò detto occorre ora provare ad avere una visione più sfumata della vita e scegliere non necessariamente in base ad assolutismi che renderebbero inevitabile il cadere nella trappola della dicotomia. Dal tono della sua lettera non risulta che i suoi figli le abbiano posto l’aut aut se stare con loro e con il loro padre oppure abbandonarli al loro destino. Se è vero che i figli è meglio che crescano con entrambi i genitori, qualora il rapporto sia buono o abbastanza buono, è altrettanto vero che farli crescere in un ambiente senza amore, conflittuale e in cui si respira un’aria insopportabile è come condannarli a vivere e crescere male. I figli di persone divorziate che sono riuscite a ricreare dei nuclei familiari migliori, in genere riconoscono come “giusta” la scelta fatta. Anche per i genitori è “giusto” avere una seconda possibilità in caso di errore nella scelta o di perdita di propulsività del rapporto precedente.

VERO Salute gennaio 2007
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