Sonno e memoria: i sogni rinforzano i ricordi?

Il sonno, da sempre considerato indispensabile per la vita dell’uomo, è stato oggetto di studi scientifici solo a partire dalla seconda metà del Novecento. Prima di allora si credeva che il sonno servisse unicamente a recuperare le energie spese durante il giorno. Oggi, invece, la scienza riconosce al sonno una determinante funzione di rinforzo della memoria. Secondo la teoria dell’apprendimento dello studioso Walker (2006), il sonno, e in particolare il sonno REM (acronimo che sta ad indicare i rapidi movimenti oculari che caratterizzano questa fase di sonno Rapid Eye Movements) avrebbe un ruolo fondamentale nel processo di memorizzazione e fissazione dei dati appresi in veglia.

Questo spiegherebbe perché i neonati, per i quali ogni input ambientale risulta nuovo e sconosciuto, trascorrano più tempo nella fase REM che in quella NREM (Non-Rapid Eye Movement). Anche il sonno NREM risulta però correlato con la memoria e nello specifico con la memoria dichiarativa. Cos’è la memoria dichiarativa? Si tratta di un tipo di memoria accessibile alla coscienza, per tale motivo viene anche detta esplicita. Essa contiene sia le memorie di episodi della vita sia quelle relative al bagaglio generale dell’individuo.

Dormire a seguito di un apprendimento, dopo aver studiato, letto qualcosa di interessante, ascoltato una conferenza, imparato una poesia, aiuterebbe dunque a rinforzare le tracce di memoria e a ricordare meglio quanto si è appreso prima di mettersi a letto.

Mentre numerosi studi hanno confermato l’importanza del sonno sulla memorizzazione ancora oggi non è ben chiara la funzione del SOGNO. A quanti di noi è capitato di sognare qualcosa inerente ad appresa prima di andare a dormire? A quanti è successo di ripetere nel sogno una poesia o un’equazione e poi di ricordarla con più facilità durante l’interrogazione o durante un compito in classe?

Ebbene, lo studioso Wamsley, partendo dall’idea di una correlazione tra sonno e apprendimento ha ricercato una connessione tra il sogno e l’apprendimento.  Lo studioso ha riscontrato, in un esperimento, che gli individui che sognano qualcosa relativa all’apprendimento fatto durante il giorno (per esempio un’equazione, un percorso) al risveglio ricordavano più facilmente rispetto agli individui che non avevano sognato o che non avevano fatto sogni inerenti a quanto appreso durante il giorno.

Qualora l’ipotesi che il sogno rinforzi le memorie venisse confermata dai prossimi studi sperimentali potremmo affiancare alla visione psicanalitica del sogno come “palcoscenico dell’inconscio” un’idea scientifica di sogno come “rinforzo” degli apprendimenti avvenuti in veglia.

 

Photo credit: karin.krn via Foter.com / CC BY-NC-SA

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