Esistono diversi gradi di definizione degli stati umorali. Si va dalla tristezza, che è del tutto normale, così come la demoralizzazione, ai vari gradi della depressione clinica (lieve, media, moderata e grave). Le depressioni cliniche sono descritte in modo dettagliato e approfondito nei manuali di psichiatria utilizzati a livello mondiale (ICD 11 e DSM V). Nella depressione clinica il sintomo chiave è la tristezza, che però dev’essere costante per la maggior parte del giorno e per più giorni consecutivi (due settimane o più). Altri sintomi rilevanti della depressione clinica sono: rallentamento psicomotorio, pensieri o peggio atti suicidari, sintomi psicotici, perdita di energia, senso di fatica, disturbi cognitivi tra cui difficoltà di concentrazione, insonnia, alimentazione in difetto o in eccesso, perdita del gusto e del piacere ivi compreso quello sessuale. Il tutto si complica se si manifesta anche una chiara disfunzione sul piano sociale, relazionale e lavorativo. Quando il numero dei sintomi depressivi è molto alto, parleremo di depressione grave. In realtà conta molto anche la natura dei sintomi e non solo il loro numero. Si possono considerare cinque sottotipi definiti sul piano qualitativo: 1) Depressione Melancolica, 2) Depressione Psicotica, 3) Depressione Atipica, 4) Depressione ansiosa, 5) Depressione con aspetti misti. Sono molto utilizzate delle scale di valutazione tra cui Patient Health Questionnaire – 9 (PHQ-9), Hamilton Depression Rating Scale (HAM – D) o Montgomery-Asberg Depression Rating Scale (MADRS). La depressione è tra le malattie più difficili da sopportare. Spesso gli stessi psichiatri sono riluttanti a utilizzare criteri strutturali e scale di valutazione. Se la depressione è grave (es. HAM – D = 24 o oltre), l’effetto degli antidepressivi è significativamente molto più alto del placebo. A volte il clinico si accontenta, per così dire, di un miglioramento, mentre bisognerebbe mirare alla remissione completa dei sintomi e alla guarigione piena almeno sul piano funzionale. Ricordiamoci infine che la salute non è l’assenza di malattia, ma un concetto che va sviluppato in positivo.

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