Depressione: voglia di uscire dalla sofferenza

Buongiorno dottore, leggo Vero Salute da tempo, ma solo questa volta mi sono decisa a scriverle. Ho 43 anni e da dieci abbondanti soffro di depressione. Tutto è iniziato nel 1996, quando mio papà è mancato per un tumore all’esofago. Lui era tutto per me. Con mia madre ho sempre avuto un rapporto conflittuale, che sta andando via via peggiorando. Ho anche un fratello di 48 anni, sposato da 20 e con un figlio. Siamo due caratteri diversi e da quando lui si è fatto una famiglia non abbiamo molte occasioni per noi. In questi anni ho preso psicofarmaci di ogni tipo, ovviamente prescritti ogni volta da qualche specialista. Ho perso anche il mio lavoro che adoravo e ora sono una delle tante precarie, figlie della crisi. Una dottoressa mi ha detto che soffro di astenia. Tutti, comunque, hanno decretato che la mia malattia è la depressione. Ma io voglio guarire, mi creda, ma non so come fare. Non riesco a neanche a dormire e tutte le somministrazioni di farmaci che vari specialisti mi hanno prescritto non hanno sortito l’effetto desiderato. Vorrei sapere, gentile dottore, se dovrò vivere sempre con questa sofferenza, o se esiste una cura. La ringrazio vivamente per avermi letto e spero di ricevere presto un suo prezioso consiglio.

Gentile signora, partiamo da un messaggio di speranza: la depressione è sia curabile che guaribile. Lo è altrettanto il suo disturbo del sonno che, come spesso accade, accompagna la depressione stessa e spesso svanisce quando passa il disturbo principale. Le cure sono sia di tipo farmacologico che psicoterapiche. Esistono anche cure alternative quali l’elettroshock o l’uso di stimoli magnetici che simulano l’elettroshock ma che sostituiscono la corrente elettrica risultando molto più accettabili e tollerabili. In un gran numero di casi, anche se non bisogna pensare a qualcosa di semplice, le cure risultano efficaci. A volte bisogna integrare la psicofarmacoterapia con la psicoterapia. Un’attenzione particolare va riservata a quest’ultima per il gran numero di scuole esistenti e di metodologie praticate. In genere quelle storicamente fondate danno buoni risultati, ancor più se abbinate ad una buona farmacoterapia. La psicoterapia cognitivo comportamentale è sicuramente una delle più efficaci e documentate terapie di stampo psicologico, al punto che la sua efficacia è riportata anche sui foglietti illustrativi di molti farmaci antidepressivi. A volte si abusa della diagnosi di depressione, nel senso che situazioni di disagio esistenziale quali alcuni di quelli da lei descritti (lutto, disagi relazionali e familiari, lavoro precario) non necessariamente danno origine ad una depressione clinica, che poi è quella che risponde meglio ai farmaci antidepressivi. Può sembrare strano, ma più è grave la depressione più risulta sensibile e risponde meglio ai farmaci. Le altre forme di depressione andrebbero trattate da un punto di vista psicologico. Il consiglio più grande che mi sento di darle è di non perdere mai la speranza. Se finora le cure non hanno risolto il suo problema, non vuol dire che non ci sono cure o che non è possibile guarire.

Cari e vivi saluti.

VERO Salute maggio 2010
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