Unioni civili: vogliamo parlare di perversione?

Accade a Roma circa 48 ore dopo l’approvazione della legge sulle unioni civili: 10 militanti di Forza Nuova irrompono nella sede del Gay Center, negli uffici del quartiere romano Testaccio.

Il portavoce dell’associazione racconta: “Uno di loro, in camicia bianca e cappellino, è entrato nella nostra sede urlando mentre un altro faceva le riprese con uno smartphone.” Continua: “Mi hanno circondato e poi hanno tirato fuori un volantino: ‘Unioni civili, la perversione non sarà mai legge‘. Poi uno di loro mi ha chiesto se sapessi di essere un perverso e urlato che ‘la vera famiglia è padre, madre e figlio‘. Sono stati attimi allucinanti”.

I militanti di Forza Nuova si pronunciano facendo riferimento a due elementi molto significativi: il concetto di perversione e la famiglia.

Per quanto riguarda la perversione, il termine indica la distorsione patologica di un processo psicologico o di un comportamento. In particolare oggi si parla di Disturbi del comportamento sessuale o parafilie, in passato si usava la definizione di perversione sessuale, con riferimento a deviazioni del comportamento, dove l’istinto sessuale è diretto verso un oggetto anomalo (per es. la pedofilia) oppure viene soddisfatto attraverso pratiche erotiche estreme che non tengono conto del consenso dell’altra persona coinvolta (ad es. esibizionismo e voyeurismo) o che minacciano la salute e l’integrità psicofisica dei soggetti (ad es. sadismo e masochismo).

Nel manuale diagnostico dei disturbi mentali (DSM – Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) oltre alle parafilie viene descritto il Disturbo d’Identità di Genere o Disforia di Genere cioè l’identificazione nel sesso opposto a quello biologico, dove però il disturbo c’è solo se è presente un disagio significativo: l’elemento patologico quindi non è la condizione in sé e per sé ma l’eventuale sofferenza soggettiva.

Parlando invece di famiglia proviamo a vedere cosa ne pensa la letteratura scientifica. In una disamina della letteratura sino a oggi prodotta sul tema, la New Yorker Columbia University ha analizzato lo sviluppo di bambini in famiglie omogenitoriali: su 78 studi accademici internazionali 74 hanno concluso che i figli di coppie omosessuali non si sviluppano in maniera diversa dai bambini cresciuti in famiglie eterosessuali. Inoltre i 4 studi rimanenti non sono risultati attendibili. Nella presentazione del lavoro pubblicato dalla Columbia Law School gli autori affermano: «Un consenso accademico schiacciante sul fatto che avere un genitore gay non danneggi i bambini».

Leggi la notizia sul sito di Repubblica

 

Photo credit: dan mogford via Foter.com / CC BY-NC-SA

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