Numerosi studi demografici hanno riportato un incremento esponenziale dei livelli di stress nella popolazione, si è passati dal 10% nel 1983 al 30% nel 2009 e i dati più recenti non sono incoraggianti.
Nella popolazione americana ed europea adulta è lo stress lavoro-correlato la fonte principale di rischio e sua diretta conseguenza sono il 50-60% delle giornate lavorative perse. L’impatto economico negli Stati Uniti è di oltre 300 billioni di dollari.
Lo stress lavoro-correlato viene descritto dall’Accordo Europeo del 2004 come una «condizione, accompagnata da sofferenze o disfunzioni fisiche, psichiche, psicologiche o sociali, che scaturisce dalla sensazione individuale di non essere in grado di rispondere alle richieste o di non essere all’altezza delle aspettative».
In un recente sondaggio condotto dall’EU-OSHA (Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro) sulle cause più comuni dello stress lavoro-correlato troviamo: la riorganizzazione del lavoro (per il 72%), le ore lavorate o il carico di lavoro eccessivo (per il 66%) e l’essere oggetto di comportamenti inaccettabili (per il 59%).
«I rischi psicosociali e lo stress lavoro-correlato sono le sfide principali con cui è necessario confrontarsi nel campo della salute e della sicurezza sul lavoro in quanto hanno considerevoli ripercussioni sulla salute delle singole persone, ma anche su quella delle imprese e delle economie nazionali».
Spesso sul lavoro è necessario e talvolta esaltante essere altamente performanti, ma i rischi che si corrono, soprattutto se non si tratta di una condizione temporanea, ma un’atmosfera possono essere dolori muscolo-scheletrici, ipertensione, obesità, dipendenze, ansia, depressione e altre patologie.
La buona notizia è che tali rischi si possono prevenire e gestire indipendentemente dalle dimensioni e dalla tipologia di azienda attraverso un approccio preventivo, sistematico e olistico.
Fonti: Stress: The Health Epidemic of the 21st Century, Rischi psicosociali e stress nei luoghi di lavoro