Il potere del cervello inconsapevole

Sappiamo che il nostro cervello è in grado di memorizzare una quantità veramente notevole d’informazioni, sappiamo che ci guida ogni giorno in tutto ciò che facciamo, pensiamo, e diciamo; ma una cosa di cui potremmo invece essere ignari è l’enorme potere che ha la parte inconsapevole del nostro cervello, ovvero quella parte che gestisce una altrettanto vasta mole di dati senza che ce ne rendiamo minimante conto.

State per caso dicendo consapevolmente al vostro cervello di saltare da una parola all’altra in questa frase? No di certo! Il neuroscienziato David Eagleman ha studiato a lungo il funzionamento del cervello inconsapevole, prendendo in esame le straordinarie capacità di Austin Naber, un giovane cup staker (“impilatore di bicchieri”); l’esperimento è stato registrato in un interessantissimo video.

Eegleman ha comparato la sua attivazione celebrale con quella di Naber attraverso la registrazione elettroencefalografica (EEG) e i risultati sono stati impressionanti.

Portando a temine lo stesso compito Naber, oltre ad essere incredibilmente più veloce, impiega molte meno energie e necessita di una minore attivazione neuronale rispetto a Eegleman. Il punto è che la pratica del compito per Eegleman era nuova e quindi del tutto conscia, non essendosi mai esercitato in questo tipo di compito il suo cervello ha dovuto attivarsi consistentemente e bruciare molte calorie per individuare tutti passaggi e calcolare ogni movimento.

La parte inconsapevole del nostro cervello gioca un ruolo molto più importante nella vita di tutti i giorni di quanto possiamo immaginare; Eegleman afferma: “Il motivo per cui pratichiamo gli sport più e più volte è per riuscire a rendere automatiche le nostre azioni. Riflettere su ognuna ovviamente ci rallenterebbe.”

Lo studio delle potenzialità del cervello inconsapevole potrebbe portare a un miglioramento della nostra vita quotidiana. Ad esempio Eegleman sta studiando il ruolo delle parti consapevoli e non del cervello, nelle dipendenze da sostanze. Si tratta di ricerche non ancora concluse o pubblicate ma sembra che aiutando i pazienti tossicodipendenti ad accrescere la consapevolezza delle loro sensazioni di craving – intenso e irrefrenabile desiderio di assumere la sostanza – potrebbe voler dire aiutarli a superarle con maggiore facilità.

La parte cosciente di noi è la più piccola rispetto a tutto quello che accade nella nostra testa.”

L’articolo, in inglese, è stato pubblicato su BBC Future

 

Photo credit: CC BY 2.0 by Alan Cleaver
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